Incarichi per il Ministero di agricoltura industria e commercio

Tipologia Livello
Data cronica
1860-1868

Tipologia

Serie

Contenuto

La serie riguarda il periodo in cui Carlo Luigi Farini fu luogotenente generale per il Mezzogiorno continentale.
La luogotenenza Farini si costituì nella prospettiva di essere un Governo provvisorio la cui attività si doveva limitare alla risoluzione dei problemi più gravi ereditati dalla cosiddetta "dittatura" Garibaldi ed alla preparazione amministrativa in vista della formazione del Parlamento nazionale. Costituitasi a Napoli il 10 novembre 1860 la luogotenenza Farini terminò il 7 gennaio 1861 con la nomina del nuovo luogotenente principe Eugenio di Carignano.
Il consiglio di luogotenenza , formato in prevalenza da emigrati ritornati da poco a Napoli e fortemente piemontizzati (Scialoja, Spaventa, Pisanelli), mirò ad una politica di conciliazione.
Lo scopo era di raggiungere, tra l’altro, un accordo con la vecchia classe dirigente e di attuare una politica di lavori pubblici a vantaggio delle classi più povere.
Nella realizzazione di questo programma le direttive del consigliere al Dicastero delle finanze, Antonio Scialoja, sono fondamentali. In modo specifico riguardano la soluzione del problema economico e finanziario dell’Italia meridionale.
Il deficit del tesoro era causato prevalentemente dalle spese di guerra, sia per la quota dell’esercito garibaldino non ancora sciolto, che per quella precedente, oltre che per il mantenimento dell’esercito e della marina italiana operanti nel Mezzogiorno. Ad esse era necessario aggiungere i fondi occorrenti per i lavori pubblici e per il pagamento delle spese ordinarie.
Le necessità finanziarie erano tali che non potevano essere soddisfatte senza dover ricorrere a provvedimenti di natura straordinaria e ad un utilizzo delle risorse del Governo centrale.
L’atteggiamento di Scialoja, che forse non coglieva la gravità della situazione politica e finanziaria, fu del tutto diverso. Egli ritenne che fossero sufficienti le entrate ordinarie e che, per soddisfare i bisogni più urgenti, bastassero i fondi ottenuti dalla vendita della rendita pubblica.
Per dare un maggiore impulso ai lavori pubblici comunali senza venire a gravare sulla finanza centrale, Scialoja pensò di contrarre un prestito di 25.000.000 di ducati per conto dei comuni, da distribuirsi in un secondo tempo secondo le quote richieste. Programma che non ottenne il favore dei vari comuni incapaci a far fronte a nuovi pagamenti. Di questi due provvedimenti, vendita di rendita pubblica e contrazione del progetto comunale, la serie dà ampiamente notizia.
Dobbiamo sottolineare la particolare abbondanza di notizie e documenti dati da questa serie, dalla quale emergono molte altre questioni che sono state oggetto di riflessione da parte degli storici. Ad esempio: le trattative condotte con il rappresentante di casa Rothschild, sig. Laudan, sulla necessità di estendere all’Italia meridionale la Banca Nazionale anziché creare una nuova banca di circolazione; la difficoltà incontrata dal banchiere Carmi nella vendita di 250.000 ducati di rendita, dei quali furono collocati solo la metà.
Dalla serie risulta come, data l’impossibilità di coprire le spese eccedenti, si procedesse alla richiesta di fondi al Governo centrale, attraverso un accordo che si concluse solo durante la luogotenenza del principe di Carignano.
Si ha anche notizia del fallimento della negoziazione condotta da Victor Achard, cognato di Scialoja, con banchieri esteri per la contrazione di un prestito. Sempre di questa serie ci sembra sia da segnalare anche copia di 59 lettere sulla necessità della finanza napoletana a decorrere dal 1° gennaio 1861, e la relazione di Scialoja al luogotenente Farini sull’attività svolta durante la carica di consigliere al Dicastero delle finanze. Un ulteriore provvedimento deciso da Scialoja, decreto del 28 dicembre 1860, riguarda la completa abolizione delle eccezioni daziarie alla tariffa sarda e la sua estensione alle provincie napoletane, decisione che sottolinea la convinzione dell’economista napoletano di realizzare, anche per l’economia meridionale, la stessa politica liberale del Piemonte.

Consistenza rilevata

Consistenza (testo libero)
fascc. 13

Reference code

IT-RM1241.SCIALOJA.0019

Ente