Gioventù liberale italiana

Tipologia Fondo
Data cronica
1952 - 1992
Inventario del fondo Gioventù liberale italiana, a cura di Leonardo Musci (2023)
Inventario del fondo Gioventù liberale italiana, a cura di Leonardo Musci (2023)

Tipologia

Fondo

Consistenza rilevata

Consistenza (testo libero)
fascc. 349 (con 102 sottofascicoli), regg. 2, monografie 22 condizionati in 48 scatole

Storia istituzionale/Biografia

Le origini della Gioventù liberale italiana vanno ricercate tra i giovani combattenti dei gruppi di Ricostruzione liberale, del Movimento liberale, della Democrazia liberale che confluirono nel Partito liberale italiano ricostruito nel luglio del 1944 a Napoli intorno a Croce, Morelli, e a Roma con Einaudi, Bonomi e Orlando. Come organizzazione autonoma la Gioventù liberale pubblicò clandestinamente a Milano tre numeri del periodico «Gioventù liberale» (agosto-ottobre 1944). Lo statuto provvisorio del Partito liberale italiano approvato a Napoli nel giugno 1944 non prevedeva l'autonomia organizzativa della Gioventù liberale, ma si limitava a stabilire in 16 anni l'età minima per iscriversi al partito; successivamente l'articolo 25 dello statuto approvato nel 1946 riconobbe l'organizzazione di formazioni dipendenti tra cui quella giovanile, alzando al contempo a 18 anni l'età minima per l'iscrizione. Fino a quel momento la sola organizzazione giovanile liberale autonoma dal PLI era stata l'Unione goliardica per la libertà.
Ufficialmente la Gioventù liberale italiana fu fondata a Roma nel 1946. In attesa dello svolgimento dei lavori del I Congresso nazionale, si formò un comitato coordinatore che aveva come segretari Guglielmo Folchi e Teodoro Cutolo. L'atto costitutivo fu approvato nel corso del I Congresso nazionale tenuto a Roma alla fine del 1946. Le finalità dell’organizzazione espresse in quel primo documento furono poi testualmente replicate in tutti gli statuti e regolamenti successivi:
“1) diffondere l'idea liberale e partecipare all'opera di organizzazione e propaganda del partito;
2) interessare i giovani alla vita politica e sollecitarli a partecipare all'attività del partito;
3) promuovere e costituire organizzazioni di studenti e di giovani lavoratori;
4) organizzare e favorire opere di solidarietà umana e sociale, attività culturali e sportive."
Primo segretario della GLI fu Teodoro Cutolo.
La fine dei governi di unità nazionale nel 1947 e l'avvio della fase internazionale nota come "guerra fredda" produsse anche l'uscita dei liberali dal Fronte della gioventù, organizzazione unitaria giovanile sorta subito dopo la Resistenza e accusata di sostanziale affiancamento al frontismo delle sinistre. L'azione giovanile liberale si orientò massimamente nell'ambito universitario dapprima all'interno dell'Unione goliardica italiana (UGI) e poi, dal 1958, nell'Associazione goliardi indipendenti (AGI).
A partire dal III congresso nazionale (Torino, 1948) fu particolarmente presente la questione dell'autonomia della GLI nei confronti del Partito liberale e la battaglia per un riconoscimento statutario di tale autonomia. Ma fra 1950 e 1952 la GLI fu commissariata dal segretario generale del PLI, Bruno Villabruna, non essendo riuscita a completare le procedure per la convocazione e lo svolgimento di un nuovo congresso. Questa crisi portò a una sorta di rifondazione di Gioventù liberale che prese corpo nell'aprile nel 1952 al IV congresso nazionale svoltosi a Roma nel solco della cosiddetta unificazione liberale che sarà poi sancita pochi anni dopo, nel 1955, al convegno di Torino del PLI e che superava la frattura storica italiana tra un liberalismo di destra e uno di sinistra. Libertà di coscienza e libertà economica erano dichiarati i fondamenti della visione liberale del mondo in un contesto politico centrista che tentava di coniugare conservatorismo e progressismo. Mentore di questa linea fu il nuovo segretario nazionale, il bolognese Gian Piero Orsello. E il primo statuto autonomo della GLI fu proprio quello approvato dal IV congresso. Esso prevedeva che la GLI non avesse comunque un tesseramento separato da quello del PLI e che chi si iscrivesse al partito avendo fra 16 e 26 anni "[fosse] da intendersi implicitamente appartenente alla organizzazione giovanile". Questo limite di età fu modificato nel 1972 portandolo a 15 anni e poi nel 1990 abbassandolo ulteriormente a 14 anni.
Quello del 1952 fu un vero congresso di rifondazione di Gioventù liberale nel segno della forte personalità di Gian Piero Orsello e del gruppo di "Rinascita liberale" che si era dissociato dall'alleanza fra liberali e qualunquisti e che praticava una linea democratica di forte contrasto al conservatorismo economico-sociale. Come recita il documento allora approvato dal congresso: "avremo, così operando, posto le basi per la formazione di un partito interclassista ove l'afflato sociale e l'aderenza alla realtà storica siano la nota dominante nel segno della libertà". Piero Gobetti era evidentemente il riferimento principale di questa giovane sinistra liberale i cui protagonisti erano allora, oltre a Orsello, Nicolò Carandini, Mario Ferrara, Leone Cattani, Mario Pannunzio, Francesco Compagna, Eugenio Scalfari e Nina Ruffini.
L'azione intrapresa da Orsello fu molto intensa: promozione di un numero notevole di iniziative locali (si segnala quella molisana promossa da Federico Orlando), attività pubblicistica e lavorìo interno al partito. Fondamentale fu in quegli anni l'iniziativa di Enzo Marzo e del suo periodico «Critica liberale» (il cui nome stesso suscitò malumori nel gruppo centrista).
Ma già nel 1953 la nuova Gioventù liberale si trovò a contrastare l'adesione del PLI al progetto di legge elettorale maggioritaria e a soccombere all'ascesa alla segreteria di Giovanni Malagodi e del suo progetto centrista. La soluzione unitaria scelta da Malagodi di tenere la sinistra dentro la segreteria fu fragile e servì solo a rimandare una rottura che poi avvenne per fasi successive.
La prima fuoriuscita dalla GLI di una frazione di sinistra liberale avvenne nel 1955 da parte del gruppo che contribuì poi alla fondazione del Partito radicale (Pannunzio, Pannella, Tullio De Mauro). Non si comprende questo passaggio se non si ricorda che era l'impegno negli organismi di rappresentanza universitaria il terreno di militanza più attiva dei giovani liberali e che il centro delle loro riflessioni era quello della formazione di una nuova classe dirigente colta, laica, sociale, moderna, europeista che si ponesse come alternativa reale sia al blocco cattolico che a quello comunista.
La dialettica con la sinistra interna è stata una costante della vita di Gioventù liberale italiana dal momento che il movimento giovanile stesso è stato sempre ritenuto più a sinistra del partito di riferimento. Orsello allineò la GLI sulle posizioni di Malagodi (di cui fu poi anche vicesegretario nazionale), posizioni confermate dal suo successore, Rino De Lorenzo, eletto dopo il V congresso nazionale tenutosi a Bologna nell'aprile 1955 che costituì l'inizio della diaspora della sinistra liberale raccolta dall'anno prima intorno alla corrente "Democrazia liberale" (Franco Chiarenza e Orsello). A Rino successe nel 1958 il fratello Ottavio che resse la GLI negli anni del mutamento di quadro politico in Italia con la gestazione e poi la nascita di un governo di centrosinistra comprendente il Partito socialista. Su questo passaggio politico maturò la seconda emorragia a sinistra della GLI con l'uscita nella primavera 1962 del gruppo di Democrazia liberale.
Il VII congresso tenutosi a Reggio Emilia nel luglio di quell'anno fu teatro di un dibattito molto acceso tra posizioni diverse fondate su analisi divergenti della nuova realtà sociale e politica italiana maturata negli anni del boom economico. Dopo una breve segreteria del casertano Franco Compasso (1962-1963), fu convocato un nuovo congresso (Fiuggi, 1963) che vide perpetuarsi le divisioni, ormai consolidate, non tanto sulla collocazione dei liberali all'opposizione quanto sui temi da agitare per ragionare su un'alternativa liberale. Il livello più alto di successo elettorale fu raggiunto dal PLI proprio alle politiche del 1963 capitalizzando lo scontento di una parte dell'elettorato conservatore verso la scelta aperturista della Democrazia cristiana. Ma tale successo aveva pochi sbocchi politici non coagulando un blocco realmente alternativo al centrosinistra, se non a patto di allearsi con il Movimento sociale italiano. Il limite di Malagodi fu quello di privilegiare la dicotomia destra/sinistra su quella laicismo/confessionalismo e fu questo l'elemento di critica maggiore che gli contestò sempre la sinistra interna e Gioventù liberale italiana in particolare. Allo stesso tempo Malagodi perse via via anche l'appoggio dell'associazionismo padronale italiano (suo storico riferimento) che trovò una risistemazione all'interno del nuovo quadro politico.
Seguirono nella GLI le segreterie di Armando Zimolo (1963-1967), Paolo Battistuzzi (1967-1972) e Marco Grandi (1972-1976).
Nel dicembre 1976 divenne segretario Antonio Patuelli, il primo dell'era postmalagodiana. E dalla sua segreteria (o "gestione" come veniva internamente chiamata) datano so-stanzialmente i primi documenti che ci sono pervenuti in modo organico sotto la dizione di "archivio di Gioventù liberale italiana". Il materiale precedente al 1976 presente si riduce ai fascicoli sulle riunioni della Giunta nazionale dopo il 1955, a pochi ed essenziali incarti su alcuni congressi nazionali a partire dal 1958 (ma, ad esempio, non c'è nulla sull'importante congresso di Rimini del 1962) e a pochi ma significativi documenti (nella allora classica forma del ciclostilato) dell'associazionismo rappresentativo universitario. Ciò che conserviamo è però in massima parte la documentazione prodotta sotto le tre segreterie/gestioni di Alberico Majatico (1979-1981), Paolo Colla (1982-1984) e Pierluigi Barrotta (1984 1987). Mancano pertanto anche i documenti delle gestioni successive al 1987 (i soli "pezzi" pervenuto a noi in questo complesso documentario essendo un registro di protocollo della corrispondenza in arrivo e alcune circolari della Segreteria nazionale che datano fino al 1992).
Ma la vita della GLI negli anni Ottanta del secolo scorso è pienamente rappresentata. E' il decennio in cui i liberali rientrano organicamente nel governo nazionale sotto la formula del pentapartito. La GLI ha saputo produrre una cultura politica non appiattita sul governismo intestandosi battaglie di modernità nel campo della scuola, della cultura, della laicità di pensiero, spesso andando oltre gli steccati imposti dalle compatibilità di governo. Spesso in collaborazione con altre organizzazioni giovanili, e principalmente con quelle repubblicana e socialista, la GLI si distinse per l'impegno nel campo della tutela dell'ambiente e fu sensibile a elaborare riflessioni nuove sui mass media e il ruolo della tecnologia informatica nelle relazioni sociali. Il respiro internazionale delle iniziative è ben documentato così come l'ancoraggio all'europeismo, matrice fondamentale del liberalismo italiano.
Nella seconda metà degli anni Ottanta è chiaramente percepibile il crescere di un distacco della società italiana, tradizionalmente appassionata alla politica, dal sistema dei partiti. La GLI coglie il disagio e il segretario Pierluigi Barrotta (tra l'altro quello cui si deve la maggiore sensibilità per la tenuta dell'archivio e la fascicolazione delle carte in dossier) profonde energie nel rivitalizzare un corpo in lento declino. Il monitoraggio di questo fenomeno è possibile nei carteggi con gli organismi territoriali e nelle elaborazioni presentate ai molti convegni e seminari organizzati. Aumenta anche il nervosismo interno all'organizzazione: non sono infrequenti i casi di diatribe tra correnti a livello locale e di commissariamenti di Direzioni provinciali o regionali (come il caso del Lazio). L'avvitamento del sistema dei partiti nella sola gestione del potere e lo scadimento del livello di moralità pubblica sfiorano anche la GLI.
Dalle fonti non abbiamo diretta cognizione di come Gioventù liberale italiana visse quella che Pierluigi Barrotta stesso nel suo libro del 2019 Storia del Partito liberale nella prima Repubblica ha definito la "frana inarrestabile". C'è da augurarsi che carte GLI degli ultimi anni di vita dell'organizzazione siano rese disponibili in qualche archivio privato di dirigenti nazionali o territoriali. Così come le carte di Gian Piero Orsello, conservate dalla Fondazione Einaudi, integrano in modo sostanziale per gli anni Cinquanta le forti lacune presenti in questo archivio.

La struttura istituzionale e organizzativa prevista dagli statuti e regolamenti (si veda la serie 1, purtroppo lacunosa) vedeva nel Congresso nazionale l'istanza democratica di legittimazione della classe dirigente interna, "suprema assemblea deliberativa della GLI". Nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta furono modificate le regole elettorali per la nomina dei delegati provinciali per far sì che ci fosse una equa rappresentanza sulla base non solo del numero degli iscritti ma anche del riscontro elettorale del partito.
Il congresso eleggeva una Giunta nazionale composta di 15 membri che aveva il compito di "promuovere e coordinare l'attività e l'organizzazione della Gioventù liberale italiana, in campo nazionale secondo le linee fissate dal Congresso". Doveva essere convocata ogni tre mesi in via ordinaria, straordinariamente poteva essere convocata dal segretario nazionale. Le riunioni erano presiedute dal segretario nazionale o in sua assenza dal vicesegretario anziano. La Giunta nazionale poteva istituire uffici di lavoro e commissioni di studio.
Il segretario nazionale veniva eletto in seno alla Giunta nella sua prima riunione dopo il Congresso. Egli rappresentava la Gioventù liberale italiana nella Direzione centrale del PLI. Nominava da uno a tre vicesegretari con i quali costituiva la Segreteria nazionale che si riuniva al massimo ogni due mesi. Dal segretario nazionale dipendevano gli uffici della sede centrale della Gioventù liberale, gli uffici di lavoro e le commissioni di studio.
Un organismo di scarso peso politico era il Comitato nazionale, specie di assemblea consultiva composta dai membri della Segreteria, della Giunta e dai segretari regionali.
A livello territoriale le istanze erano i Comitati regionali, quelli circoscrizionali, le Direzioni provinciali e i Comitati comunali.

Storia archivistica

Non abbiamo notizie precise sulle modalità in cui queste carte sono arrivate alla Fondazione Einaudi. L'archivio di Gioventù liberale italiana era conservato a Roma presso la sede nazionale del Partito liberale italiano. In seguito allo scioglimento del partito nel 1994, la documentazione rimase ancora nei locali di via Frattina fino al 1997, quando alcuni ex dipendenti (e in particolare Paolo Piccio Crepas che era stato a lungo l'anima archivistica del PLI) raccolsero le carte cercando di salvarle dalla dispersione, già purtroppo in atto. Grazie all'interessamento di Valerio Zanone, il complesso documentario fu allora versato nel patrimonio archivistico della Fondazione Luigi Einaudi per gli studi di politica ed economia di Roma. La fretta con cui l'archivio fu trasferito nella sede della Fondazione Einaudi, allora in Largo dei Fiorentini, è testimoniata dal fatto che nel complesso documentario che da allora è stato denominato "archivio di Gioventù liberale italiana" era compresa una mole notevole di carte del Partito liberale. Queste carte furono impropriamente trattate in fase di primo ordinamento e descrizione come un subfondo del fondo GLI. Poiché tra queste ultime prevalgono le carte di Raffaello Morelli che negli anni Ottanta fu uno dei responsabili di settore della Direziona nazionale del PLI ed era stato a lungo dirigente dell'AGI e di Gioventù liberale, non è escluso che almeno una parte (forse la più "storica") delle carte incluse nel presente lavoro fossero conservate nel suo ufficio e che abbiano poi seguito una sorte comune. I fascicoli di provenienza sono PLI sono stati separati in attesa di un loro trattamento specifico, anche in rapporto ad altre carte PLI incluse negli archivi di Giovanni Malagodi e Valerio Zanone.

Con decreto n. 69 del 20 luglio 2023 emanato dalla Soprintendente archivistica e bibliografica del Lazio l'archivio è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante ai sensi dell’art. 10 comma 3 lettera b) e lettera d) del D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Strumenti di ricerca

Primo ordinamento e inventario a cura di Daniela Martino (2005).
Inventario definitivo a cura di Leonardo Musci. L'inventario è stato realizzato tra luglio e novembre 2023 nell'ambito di un incarico affidato dalla Fondazione Luigi Einaudi alla società di servizi archivistici Memoria srl. Il lavoro, svolto utilizzando l'applicativo Archiui, è stato reso possibile da un finanziamento della Direzione generale Archivi del Ministero della cultura alla Fondazione Luigi Einaudi a valere sul capitolo di bilancio 3121 (finanziamenti per gli archivi politici e sindacali, l. 205/2017, art. 1, comma 342).

Modalità di acquisizione

Versamento nel 1997 alla Fondazione Luigi Einaudi per studi di politica ed economia.

Struttura

L'archivio di Gioventù liberale italiana ha avuto, come si è accennato, un primo ordinamento e descrizione sommari subito dopo il suo arrivo in Fondazione a cura di Daniela Martino. Questo lavoro è stato ora ripensato alla luce dello studio delle carte e l'archivio risulta ora organizzato in dieci serie e nove sottoserie:
1. Statuti e regolamenti | docc. 5 | 1952-1990    
2. Congressi nazionali | fascc.  7 | 1958-1987    
3. Riunioni della Giunta nazionale | fascc.  19 | 1955-1970    
4. Direzione nazionale | fascc.  72 | 1976-1992    
   4.1. Riunioni della Direzione nazionale | fascc.  30 | 1980-1987    
   4.2. Incarti personali dei membri della Direzione nazionale | fascc.  38 | 1976-1985    
   4.3. Altri incarti della Direzione nazionale | fascc.  4 | 1979-1992    
5. Convegni, seminari, incontri | fascc.  47 | 1955-1988    
6. Segreteria nazionale | fascc. 166 e regg. 2  | 1954-1992    
   6.1. Dossier della Segreteria nazionale | fascc.  37 | 1954-1987    
   6.2. Circolari della Segreteria nazionale | fasc.  1 | 1979-1992    
   6.3. Corrispondenza con gli organismi territoriali | fascc.  121 | 1975-1985    
   6.4. Velinari | fascc.  3 | 1979-1987    
   6.5. Corrispondenza in arrivo | fascc.  4 | 1976-1987    
   6.6. Registri di protocollo della corrispondenza in arrivo | regg.  2 | 1982-1992    
7. Amministrazione | fascc.  3 | 1980-1981    
8. Associazione goliardi indipendenti | fascc.  7 | 1957-1964    
9. Organizzazioni internazionali dei giovani liberali | fascc.  5 | 1958-1987    
10. Periodici della Gioventù liberale | fascc.  7 | 1958-1987

Consultabilità

Libera consultazione ai sensi della normativa archivistica nazionale.

Fonti collegate

Fondo Gian Piero Orsello, conservato dalla Fondazione Luigi Einaudi di Roma.

Ente

Persona

Bibliografia/Fonte