Tipologia
- Fondo
Contenuto
- La documentazione ben rappresenta le due grandi fasi della vita professionale e politica di Giovanni Malagodi: i suoi incarichi alla Comit - alla quale si dedica, con responsabilità sempre maggiori, dal 1927 al 1953 - e successivamente la sequenza ininterrotta e sempre più prestigiosa di incarichi nel PLI e nel Parlamento e Governo italiano ricoperti tra il 1953 e il 1990. I molteplici interessi di Malagodi, soprattutto sulla scena internazionale, rendono il fondo ricco e articolato, tale da consentirne letture approfondite e trasversali che spaziano dalla sua collaborazione con Organismi internazionali come OECE, Nato o BIT alle cariche ricoperte per vari anni nell''Internazionale Liberale, dalla presidenza del Comitato editoriale della rivista "Libro aperto" a quella dell'Istituto per la storia del movimento liberale, dalla pubblicazione di numerosi saggi e volumi di argomento politico al suo incarico come professore a contratto all'Università di Siena; la documentazione relativa alla gestione della sua fattoria in Chianti è un ulteriore esempio di quanti interessi e passioni seppe coltivare nonostante gli impegni politici.
Considerato che più della metà delle unità archivistiche sono cartelline nominative interne a serie di corrispondenza, si può verosimilmente affermare che la tipologia più cospicua e caratterizzante del fondo sia il carteggio di corrispondenza. A questa si aggiunge: la documentazione a stampa, presente con una certa continuità in tutte le serie, come quotidiani e periodici, opuscoli, programmi di manifestazioni e inviti, rassegna stampa e pubblicazioni di organi governativi; i manoscritti e dattiloscritti di relazioni, studi, progetti e note; del materiale fotografico diviso tra album, buste e singole riproduzioni contenute nei fascicoli delle varie serie.
Storia istituzionale/Biografia
- Giovanni Francesco Malagodi nasce a Londra il 12 ottobre 1904 da Gabriella Levi e Olindo Malagodi. La famiglia è originaria di Cento, in provincia di Ferrara, ma risiede a Londra per seguire l'incarico di corrispondente per La Tribuna di Olindo.
Nel 1926 Giovanni Malagodi si laurea in giurisprudenza a Roma discutendo una tesi di filosofia del diritto sulle 'Ideologie politiche' che Benedetto Croce farà pubblicare due anni dopo da Laterza nella Biblioteca di Cultura Moderna.
Poco prima della laurea inizia a lavorare - grazie all'interessamento di Raffaele Mattioli, in quel momento capo della segreteria di Giuseppe Toeplitz - presso la Banca commerciale italiana come allievo funzionario. Nel 1927 viene assunto alla Comit prestando servizio, in qualità di procuratore addetto, prima a Venezia poi a Berlino, Londra, Grecia e New York. Il 1930 lo vede vice-capo della segreteria di Giuseppe Toeplitz, nel 1932 è vice-direttore e nel 1933 condirettore.
Nel 1937 passa - come direttore generale prima e amministratore delegato poi - alla Sudameris (Banca franco-italiana per l'America del Sud), partecipata da Comit e da Paribas. Nel 1940, per neutralizzare la banca nell'imminenza della guerra, si decide di trasferirne la direzione generale a Buenos Aires, dove Malagodi rimane fino al 1947, anno in cui rientra in Italia con il ruolo di direttore centrale della Comit.
Tra il marzo 1947 e il 1953 viene distaccato presso il Ministero degli affari esteri come esperto di affari economici nella Delegazione italiana per il Trattato di Pace a Parigi. Fa parte, come ministro plenipotenziario, di varie istituzioni internazionali, in particolare il Bureau international du travail (BIT) e l'Organizzazione economica per la cooperazione europea, nella quale viene nominato presidente del Comitato per la mano d'opera. Partecipa alla fondazione del Comitato interministeriale per le migrazioni europee.
Nel 1953 prepara, su incarico del Governo italiano, un rapporto economico-sociale per lo sviluppo della Somalia, da sottoporre alle Nazioni Unite.
Nel giugno dello stesso anno, dopo aver redatto il programma economico approvato a Firenze dal Congresso del partito, viene eletto deputato liberale per la circoscrizione di Milano-Pavia. Verrà rieletto nello stesso collegio nel 1958, 1963, 1968, 1972 e 1976.
Dal 1954 al 1972 ricopre, all'interno del Partito liberale, la carica di segretario generale. Nel luglio 1972 viene eletto presidente nazionale; dal febbraio 1976 è presidente d'onore.
Dal 1961 al 1971 è presidente del Gruppo parlamentare liberale alla Camera; in questo periodo è membro della Commissione Esteri e presiede il Comitato permanente per gli affari della Comunità Europea.
Nel 1972, nel II governo Andreotti, è designato al Ministero del tesoro, carica che ricoprirà per soli tredici mesi, ma durante la quale predispone un Libro Bianco sulla spesa pubblica.
Nel 1979 viene eletto Senatore nel collegio di Milano I, l'incarico gli viene rinnovato nelle tornate elettorali del 1983 e del 1987. Al Senato è membro della Commissione Esteri, della Commissione Difesa, della Giunta per il regolamento e dall'agosto 1987 è presidente della Giunta Affari comunitari. Nel 1987 viene eletto Presidente del Senato e resterà in carica dal 22 aprile al 1 luglio, nell'ultimo scorcio della IX legislatura.
Ricopre cariche di rilievo, alternando la vice-presidenza, la presidenza e la presidenza d'onore, presso l'Internazionale liberale. Partecipa alla fondazione dell'Esecutivo della Federazione liberale, democratica e riformatrice della Comunità Europea; è membro del nuovo Comitato Monnet; membro della Mount Pélerin Society; presiede il Comitato editoriale della rivista «Libro Aperto»; è Consigliere fondatore della Fondazione Luigi Einaudi di Roma; è Presidente d'onore dell'Istituto per la storia del Movimento liberale. Nel 1990 riceve, primo italiano, il "Premio atlantico" istituito dalla Nato.
Dal febbraio 1989 al maggio 1990 è professore contrattista di Problematiche inerenti al processo di unificazione europea presso la facoltà di scienze Politiche dell'Università di Siena.
Muore a Roma il 17 aprile 1991.
Storia archivistica
- Donato dagli eredi nel 1997, è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio con lettera del 27 gennaio 1998.
Strumenti di ricerca
- Inventario cartaceo e informatizzato, su applicativo GEA, a cura di Roberta Rampa
Modalità di acquisizione
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Criteri di ordinamento
- La cura con cui le carte furono selezionate per la conservazione già nella stessa segreteria del partito e il fatto che su di esse non è stato operato alcun intervento di selezione o scarto alla morte del soggetto produttore, ha reso abbastanza agevole individuare le serie originali presenti nel fondo. Si è quindi deciso di mantenere sostanzialmente lo status quo intervenendo solo in pochi casi necessari per rendere più organica la disposizione cronologica delle carte, ordinando le unità per data di chiusura della pratica.
Dal fondo principale sono stati isolati tre fondi aggregati che, pur confluiti nelle carte Malagodi, hanno indubbiamente un carattere di unitarietà e provenienza autonoma tale da non poter essere ritenuti in alcun modo serie dell'archivio principale.
La scheda dei singoli fascicoli riporta un numero di corda, gli estremi cronologici generali dei documenti contenuti, il titolo originale quando rinvenuto o un titolo attribuito se incompleto o mancante quello originale. Si è fornita inoltre una descrizione del materiale quando il titolo non sembrava sufficientemente esplicativo; in caso di presenza di sottofascicoli, di essi è stata data la quantità e il titolo, se presente. Trattandosi di un fondo di grosse dimensioni e passibile di futuri incrementi o aggregazioni si è scelto di dare ai fascicoli una numerazione a serie e sottoserie aperte.
Nonostante le carte di alcune serie riportassero segnature e numeri di protocollo, esse non si sono mai presentate in quantità sufficiente da consentire di ricavarne il titolario originale (peraltro non rinvenuto). Sono comunque state riportate nella schedatura accanto ai titoli dei fascicoli.
Struttura
- Il fondo si articola in 17 serie:
I. Banca commerciale italiana;
II. Incarichi governativi;
III. Partito liberale italiano;
IV. Camera dei Deputati;
V. Internazionale liberale;
VI. Consiglio comunale di Roma e Milano;
VII. Ministero del Tesoro;
VIII. Federazione dei Partiti Liberali e Democratici europei;
IX. Senato;
X. Università di Siena;
XI. Fondazione Einaudi;
XII. Onorificenze, riconoscimenti e anniversari;
XIII. Articoli;
XIV. Pubblicazioni e scritti;
XV. Riviste e periodici;
XVI. Fotografie;
XVII. Carte personali
Alla documentazione principale si aggiungono i tre fondi aggregati:
1. Centro italiano di sviluppo economico;
2. Tenuta agricola Aiola;
3. Olindo Malagodi
Consultabilità
- La documentazione è liberamente consultabile secondo quanto stabilito dalla Legge 29/10/99, n. 490 e dal Decreto legislativo 30/7/99 n. 281
Fonti collegate
- Si segnala la presenza di materiale connesso presso:
l' Archivio storico del Senato;
all'interno dell'archivio della Fondazione Critica liberale depositato presso l'Archivio di Stato di Roma;
è infine nota la presenza di un fondo Giovanni Malagodi tra le carte dell'Istituto per la storia del movimento liberale di Bologna, acquisito nel 1995 dall'Archivio storico della Camera dei Deputati.
La difformità nella consistenza delle diverse serie e le evidenti lacune sono dovute anche a questa pluralità di conservazione della documentazione.
Bibliografia
- "Giovanni Malagodi. Discorsi parlamentari" a cura del Senato della Repubblica, 2001, voll. I, II, III